
Parco dei Sassi di Roccamalatina
Il Sasso di Sant’Andrea
(Montecorone di Zocca)
Emergenza di elevato interesse paesaggistico-ambientale, è un affioramento di evidenti dimensioni di roccia arenaceo-calcarea di origine sedimentaria (circa 25 milioni di anni fa da antichi bacini marini). E’ localizzato a settentrione del Fosso della Bura e modellato nel tempo dagli agenti atmosferici che ne hanno conformato l’aspetto attuale.
Come le vicine guglie dei Sassi di Roccamalatina, offre ambienti adatti alla presenza di alcune specie di rapaci.
L’area, ubicata nel comune di Zocca, presenta elevato valore paesistico-ambientale e naturalistico, per la contemporanea presenza di emergenze naturali e storico culturali.
Costituiscono notevole valore d’insieme gli scenari di paesaggio agrario tradizionale come quelli osservabili a sud di casa Toti e a nord-est di casa La Bura.
Dalla sommità del Sasso si può godere un ampio panorama che abbraccia a nord la vasta distesa della pianura Padana e a sud, in uno scorcio più ravvicinato, la vallata di Montecorone.
Aspetti geologici e geomorfologici
Il Sasso di S.Andrea è costituito da una scarpata strapiombante, di circa 20 metri di altezza, costituita da arenarie calcaree della stessa tipologia di quella dei Sassi di Roccamalatina.
La sua forma attuale è il risultato dei processi esogeni di erosione selettiva, controllati dalla giacitura degli strati e dalla fatturazione dell’arenaria.
Queste rocce sono costituite da grosse bancate di arenaria appartenenti al Membro di Anconella (Successione Epiligure); si trovano a diretto contatto sia ad oriente sia ad occidente con delle litologie meno resistenti, argille e marne, che conferiscono ai rilievi una morfologia più dolce.
Alla base della scarpata, una frattura ha facilitato l’erosione da parte del corso d’acqua, il Fosso Livia, che ha così visivamente isolato questo affioramento arenaceo.
I fenomeni di degradazione tipici di queste rocce hanno conferito quelle caratteristiche forme e linee tondeggianti che la distinguono dagli altri rilievi della zona.
A sud è presente il Fosso della Bura e a sud est l’antico insediamento di Montecorone.
Aspetti vegetazionali e floristici
Sotto il profilo vegetazionale l’area ricade negli ambiti altimetrici della fascia submontano-collinare, con presenza del querceto mesofilo, del castagneto e del querceto xerotermico nei versanti più aridi ed assolati.
Nell’ambito di quest’ultima formazione spicca per interesse la presenza dell’Erica arborescens (erica arborea), che costituisce importante emergenza di interesse fitogeografico.
Specie arboree diffuse sono: Quercus cerris (cerro), Ostrya carpinifolia (carpino), Castanea stativa (castagno), Populus tremula (pioppo tremulo), Salix caprea (salicone), Sorbus torminalis (ciavardello), Quercus pubescens (roverella), Fraxinus Ornus (orniello), Populus nigra (pioppo nero), Alnus glutinosa (ontano nero).
Degna di nota è la presenza di un esemplare di Quercus crenata (cerro-sughera).
Lo strato erbaceo di sottobosco delle formazioni mesofite ospita numerose specie appartenenti all’elenco della flora regionale protetta; numerose sono le specie di orchidacee e liliacee.
Aspetti faunistici
Il popolamento faunistico rientra nelle classiche tipologie della zona submontano-collinare, con presenza di micromammiferi, passeriformi silvani, rapaci (tra questi il Falco pellegrino), rettili.
Nel Fosso Livia è presente il raro gambero di fiume.
Per raggiungerlo
Si raggiunge a piedi dalla carozzabile sterrata che si diparte circa 200 m a est di Montecorone.
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